IL GRUPPO DI LAVORO VERSO GLI OBIETTIVI

Per guidare il gruppo di lavoro verso gli obiettivi il leader deve allenarsi ad una serie di abilità trasversali che possano renderlo carismatico, autorevole, per riuscire ad influenzare e guidare il gruppo di lavoro.

Storia vera: quando il manager non ha abilità di leader

La storia del Signor X.

Sto lavorando con il Signor X, un manager ambizioso, determinato, sicuro di sé, motivato. Insensibile alle emozioni degli altri, non curante del modo in cui le sue azioni, e i suoi comportamenti hanno effetto sugli altri, in particolare sul suo gruppo di lavoro.
Egocentrico, centrato sul suo obiettivo a discapito di ogni difficoltà: sua, situazionale, del suo gruppo di lavoro.

Ha deciso di lavorare con me perchè vuole capire come mai il suo gruppo di lavoro non lo segue.

Mi racconta frustrato che,  nonostante tutte le sue capacità e qualità, sia stato demansionato. Lo trova inaccettabile perché, dice lui: “Io non sbaglio mai. Se l’obiettivo non si raggiunge la colpa è delle persone che non s’impegnano. Il mio team non s’impegna. Vedo comportamenti oppositivi verso di me”.

Così iniziamo a conoscerci

Gli faccio domande per aiutarmi a capire la situazione e le contingenze.

Io: “Come sono la natura delle sue relazioni interpersonali sul lavoro?”

Lui: “A me non interessano queste cose, si deve lavorare solo per raggiungere gli obiettivi, non sta a me stabilire delle relazioni, sul lavoro, si lavora e basta.”

Io: “Secondo lei, come viene percepito dagli altri sul lavoro, e nello specifico dal suo gruppo di lavoro?”

Lui: “Hanno paura di me, e fanno bene. Perché solo così ottengo il loro impegno.”

Io: “Ma se hanno bisogno di aiuto, o se hanno dei problemi nell’esecuzione del compito lavorativo lei come reagisce?”

Lui: “Io do loro i compiti, che devono portare a termine, non sono certo io a doverli guidare, aiutare e sostenere, che capo sarei? Loro devono fare, e se non ci riescono, vuol dire che sono incompetenti”.

[Qui si è aperto un mondo, ma tralascio per andare avanti, e arrivare al punto].

Io: “Come sono i rapporti con i suoi superiori?”

Lui: “Sopra di me c’è solo A.D. “Lunga pausa di silenzio: “Be, ora non più, diciamo che mi hanno messo a fare altro. Ma la colpa è del nuovo A.D. non ci siamo piaciuti da subito, lui non è capace, è davvero incapace. Abbiamo litigato subito.”

Io:” Dopo, in seguito a questa litigata cosa è successo?”

Lui: “Il nuovo A.D. mi ha messo a sviluppare un nuovo progetto da solo.”

Io: “E questo nuovo progetto le piace?”

Lui: “In realtà, anche se è molto complicato, e m’impegna tantissimo, pensandoci ora, sto meglio, non devo più perdere tempo a sentire le lamentele del gruppo di lavoro, tutte quelle storie inutili, sul fatto che io non ascolto, che sono ottuso, che non delego …. Tutte scuse perché in realtà sono loro che non vogliono lavorare.”

Io: “Quindi, mi sta dicendo che nel lavoro che sta svolgendo ora, nel quale è da solo, ha trovato una sua nuova dimensione? “

Lui: “Si, in effetti si. Per me è troppo difficoltoso e stressante occuparmi delle relazioni interpersonali. Almeno su lavoro, fuori è tutta un’altra storia”.

[I nostri incontri sono poi andati avanti, ma nel racconto mi fermo qui.]

Gruppo di lavoro e accordo di gruppo

Si, in effetti, non tutti siamo in grado di lavorare in gruppo. Condurre un gruppo di lavoro, essere un leader efficace richiede impegno, sforzo, creatività, la capacità di aprirsi a nuovi punti di vista. Saper capire gli altri, doti di empatia e di comunicazione efficace (Ti può essere utile questo articolo: psicologia della comunicazione aziendale) , sono solo alcuni degli ingredienti che rendono un capo un leader in grado di portare il gruppo a rispettarlo, a seguirlo e dunque, arrivare agli obiettivi.

Così, sono anche diverse le considerazioni sul “come siamo” o “pensiamo di dover essere” a seconda che siamo al lavoro, o in altri contesti della vita privata.

Ma possiamo davvero affermare con noi stessi che siamo divisi per comparti stagni? Cioè, che ciò che funziona di noi in un contesto, non possiamo utilizzarlo anche in un’altra situazione, che sia professionale o meno?

Gruppo di lavoro: essere o non essere?

  • Esiste un unico modo di essere un bravo capo le cui qualità spiccano nel gruppo di lavoro, oppure invece, lo stile del leader deve adattarsi alle singole situazioni?
  • Contano di più le qualità individuali del leader, o le variabili di contesto e le caratteristiche delle persone che costituiscono il gruppo di lavoro?
  • Il modo attraverso il quale il capo è percepito dal gruppo di lavoro può influenzare la visione del leader come efficace o inefficace?
  • Cioè, quanto pesano i fattori emotivi del gruppo di lavoro nella considerazione del leader?
  • Perché, a volte, è così difficile condurre il gruppo di lavoro al raggiungimento degli obiettivi?
  • Quali sono le variabili che determinano la costruzione di un gruppo di lavoro efficace.

Sono andata a spulciare le tante ricerche dedicate alla leadership, ed ognuna di esse ha rivolto il focus o sulla capacità di esercitare potere o sulla capacità di influenzare gli altri. Alcune studiano le caratteristiche personali del leader altre si focalizzano su come, il gruppo di lavoro, percepisce il leader.

Come si diventa leader efficace nella conduzione del gruppo di lavoro?

Quando si parla di potere si tirano in ballo coercizione e controllo, senza possibilità di negoziato o di scelta, se invece si parla di influenza, le variabili sono coinvolgimento e persuasione.

Ho esplorato quelle ricerche che considerano la leadership come la capacità di influenzare e coinvolgere gli altri. In questa prospettiva, si può definire la leadership come l’uso di un’influenza non coercitiva per dirigere e coordinare le attività dei membri di un gruppo organizzato verso il raggiungimento degli obiettivi del gruppo (Jago, 1982).

Wagner e Hollenbeck (1992) elencano le funzioni della leadership in questo modo:

  • generare e mantenere il livello di impegno e di tensione richiesto ai singoli individui che compongono un gruppo;
  • direzionare lo sforzo del gruppo di lavoro lungo prospettive che promuovono la sopravvivenza del gruppo e il raggiungimento degli obiettivi;
  • gestire i compiti del gruppo e le dinamiche relazionali;
  • facilitare e mantenere l’appartenenza al gruppo di lavoro, tenendo uniti gli individui, centrandoli sul compito e sugli obiettivi e soddisfacendo i bisogni dei membri del gruppo di lavoro.

Dunque, il leader deve avere capacità di comunicazione efficace, essere assertivo, capacità empatiche, motivazione e saper motivare al lavoro, determinazione, deve sapere gestire i conflitti, individuare le specifiche competenze e far emergere i punti di forza del gruppo di lavoro, e tanto altro ancora.

Questo perché il leader, per essere visto come efficace, deve essere un promotore, un attivatore, un gestore orientato al compito e agli obiettivi del gruppo. Ma è anche un portatore di valori, un punto di riferimento per le tensioni emotive e per i conflitti, che inevitabilmente nascono nel gruppo di lavoro.

Gli elementi chiave del leader efficace

Come trasformare il gruppo di lavoro

Pertanto, un leader deve saper leggere con oggettività:

  • le sue caratteristiche personali, la sua personalità, le sue capacità non solo competenze tecniche ma anche trasversali), comportamenti tipici, come prendere le decisioni, capacità di delega, resilienza, capacità di gestire lo stress su lavoro.
  • Le caratteristiche degli altri membri del gruppo. Saper ad esempio, individuare i diversi ruoli messi in atto dal singolo nel gruppo.
  • La situazione. Contesto, cultura organizzativa, natura del compito, disponibilità delle risorse …

Stupisci il tuo gruppo di lavoro con la tua leadership

Il leader carismatico

Un corposo nucleo di ricerche, si è focalizzato, su quali sono le risposte emozionali del gruppo di lavoro ai leader. Dal loro punto di vista, il leader coinvolge e guida, crea e mantiene un’immagine positiva nelle menti, sia dei collaboratori che, dei superiori.

Queste teorie sostengono che il leader, riesce a cambiare i valori, gli obiettivi, i bisogni e le disposizioni dei collaboratori facendo diventare loro la sua visione, oltre, ad allineare gli obiettivi del gruppo di lavoro con gli obiettivi organizzativi.

Come sostiene Goleman la leadership non è esercizio di potere, ma l’arte di persuadere le persone a lavorare per un obiettivo comune.

Pertanto, il leader è colui che si allena e si focalizza sulle sue abilità di:

  • Comunicazione efficace: dal saper trasmettere in modo chiaro i compiti lavorativi per arrivare agli obiettivi
  • Saper ascoltare in modo attivo
  • Empatia
  • Dare aiuto e sostegno nelle difficoltà
  • Essere equo
  • Sa fare critiche costruttive
  • Sa motivare e sa coinvolgere (Se coinvolgo motivo!)
  • Mette in luce e stimola le risorse personali dei collaboratori
  • Sa prendere in mano le situazioni
  • Sa adattare il suo stile di leadership allo specifico contesto: persone, realtà, problema
  • Punta alla crescita personale

Per riuscire a fare tutto questo, deve saper valutare con oggettività la situazione.

Sa prendere informazioni, le sa comunicare, non si fa prendere dal conflitto di ruolo, considera il conflitto come un’opportunità di crescita, quindi, lo affronta, non lo evita.

Il leader efficace sa che siamo fatti di carne e ed emozioni, pertanto, le nostre azioni sono veicolate dalle emozioni, esse, se ascoltate e capite, possono essere gestite e venire utilizzate come stimolo, come pungolo, per fare meglio. Io penso che, se abbiamo le emozioni è perché a qualcosa servono, quindi, usiamole a nostro vantaggio!

Quindi, in realtà, non esiste un’unica ricetta per essere un leader efficace nella conduzione dei gruppi di lavoro, ma è necessario saper valutare se stessi e gli altri in base alle diverse situazioni. Avendo sempre un occhio per le emozioni che proviamo e che facciamo provare, perché, come detto, esse dirigono gran parte dei nostri comportamenti.

Baruch Spinoza - EticaE Come diceva Baruch Spinoza – 1632 -1677 – Etica

Gli uomini si credono liberi soltanto perché sono consapevoli delle proprie azioni e inconsapevoli delle cause che le determinano. In sostanza afferma che: «Le azioni umane non vanno derise, compiante o detestate, ma capite»


Alcuni libri utili per stimolare le vostre riflessioni

Intelligenza emotiva di Daniel Goleman. Ed Bur
Essere leader di Daniel Goleman. Ed Bur
Leadership emotiva di Daniel Goleman. Ed Bur
Psicologia del lavoro e delle organizzazioni di Francesco Avallone. Ed. Carocci
Wagner J. A., Hollenbeck J.R., (1992), Management of Organizational Behavior
Valutazione e Motivazione delle risorse umane nell’organzzazione, Franco Angeli

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