Lavorare in team in armonia
L’importanza della gestione del conflitto
Gestione dei conflitti nei gruppi di lavoro
La gestione dei conflitti nei gruppi di lavoro è un’altalena tra mediazione e negoziazione.
Il conflitto può rendere un inferno un meraviglioso posto di lavoro. Distruggendo così l’intero benessere organizzativo. Riducendo motivazione e aumentando lo stress sul lavoro.
- Arrendersi al conflitto o combatterlo?
- Gestione dei conflitti nei gruppi di lavoro come nascono?
- Come risolverli?
- Perché nasce il conflitto interpersonale?
- Qual è il modo efficace per la gestione dei conflitti nei gruppi di lavoro?
- Qual è il ruolo delle nostre risorse personali nella gestione dei conflitti nei gruppi di lavoro?
Il tempo libero e il lavoro
La maggior parte del nostro tempo lo passiamo sul lavoro. Le statistiche sulle relazioni sociali dimostrano che meno di un quarto delle persone che consideriamo amici sono persone con cui lavoriamo e che almeno la metà di noi non ha amici sul posto di lavoro.
Parenti e colleghi non li scegliamo, ci capitano addosso! Sul lavoro come in famiglia, se il clima è sereno ogni difficoltà si supera più facilmente, ma quando le relazioni sono impregnate da forti conflitti interpersonali allora sì che nascono le difficoltà.
La gestione dei conflitti nei gruppi di lavoro è fondamentale perché causano stress, insofferenza, ansia, insoddisfazione. I conflitti nei gruppi di lavoro tolgono la motivazione. Anche il cambiamento, in presenza di conflitto è difficile da intraprendere.
Il conflitto nei gruppi di lavoro può essere costruttivo
I conflitti in azienda non sono certo una rarità. Divergenze di opinione e discussioni animati sono aspetti inevitabili nella maggior parte degli ambienti di lavoro.
Ma il conflitto, se gestito stimola la ricerca di soluzioni creative, il cambiamento, apre la mente a nuove prospettive, può rappresentare una fonte preziosa di cambiamento organizzativo e personale. Il conflitto nei gruppi può anche essere produttivo e perché no, possono essere una fonte di alti livelli di realizzazione professionale.
Le difficoltà relazionali possono, però, protrarsi a lungo nel tempo e peggiorare, fino a trasformare l’ambiente di lavoro in un campo di battaglia.
Queste situazioni si verificano quando una persona è responsabile della situazione di disagio. I motivi possono essere: non se ne rende conto; vuole creare apposta conflitti per i suoi scopi personali; non conoscenza delle tecniche la mediazione dei conflitti; paura del conflitto.
Gestione dei conflitti nei gruppi di lavoro e il rispetto sul lavoro
Come farsi rispettare sul lavoro? Le nostre azioni sono guidate da: obiettivi personali, motivazioni, aspettative, caratteristiche di personalità. E sono questi aspetti di noi stessi che ci permettono la gestione dei conflitti nei gruppi di lavoro.
- Perché nasce il conflitto?
- Da quale atteggiamento è attivato?
- Le persone che causano il conflitto ne sono consapevoli?
Sicuramente hai assistito a persone che parlano così:
“Io sono il capo”; “Io ho ragione, sono gli altri che sbagliano”; “Si è sempre lavorato così, perché cambiare?”
Il conflitto nel gruppo di lavoro è creato da quel modo di fare che deprezza gli altri, con le parole e con i fatti. Ad esempio non li ascolta, evita confronti diretti, non da mai risposte chiare, non è coerente. Sfrutta gli altri e le occasioni per il suo interesse personale.
Di solito, è una persona che o, non vuole impegnarsi (ottenere tanto, facendo poco), o non ha competenze tecniche professionali, ma, non vuole che gli altri lo sappiano.
E’ una sua illusione, perché chi sa lavorare scopre subito chi non è capace!
Gestione dei conflitti nei gruppi di lavoro: l’efficacia della mediazione
La comunicazione efficace insegna che, adottando le tecniche di mediazione del conflitto, si diventa più consapevoli delle proprie capacità comunicative. La mediazione apre la porta a nuove prospettive, opportunità di carriera, nuova consapevolezza con aumento dell’autostima.
Paura del conflitto
Il conflitto spaventa. Questa paura può essere data da bassa autostima, esperienze passate negative, la convinzione che il conflitto va evitato perché non porta da nessuna parte.
Ma, il comportamento evitante in realtà alimenta ulteriormente il conflitto nel gruppo di lavoro.
Pertanto, per farsi rispettare su lavoro, è assolutamente necessario:
- Conoscere sé stessi: punti di forza e di debolezza;
- Sana autostima;
- Identificare obiettivi realistici e realizzabili, senza crearsi aspettative che non si possono applicare alla realtà di quello specifico contesto lavorativo.
6 Passi per farti rispettare sul lavoro
- Usa il tuo potere e per la risoluzione dei conflitti. Usare il potere personale significa difendere i propri diritti senza violare quelli degli altri. (Ti è già noto questo concetto? Si, hai ragione è l’atteggiamento assertivo). Tu quale atteggiamento usi per le tue relazioni interpersonali? Per farlo, bisogna imparare a esprimere idee, emozioni, opinioni, esigenze e necessità in modo appropriato al contesto e alla relazione.
- Pensare realisticamente: a volte, i propri schemi mentali possono costituire delle barriere all’azione.
- Essere consapevoli dei propri pensieri ed emozioni: più avanti apri la scheda 2 ti aiuta a capire cosa significa essere consapevole.
- Comunicare i propri desideri: cosa ti aspetti da te stesso e dalla situazione? Solo così sei in grado di prendere l’iniziativa ed esprimere in modo chiaro e diretto i tuoi desideri.
- Difendere i propri diritti: l’atteggiamento assertivo ti permette di difenderti dai manipolatori e opportunisti.
- Usa la giusta dose di forza: stile autorevole contro stile autoritario
Esempio di un caso di conflitto nel gruppo di lavoro, causato da una mancata realizzazione delle aspettative personali
In una piccola ma bella azienda del settore metalmeccanico, in forte crescita, c’era una risorsa umana i cui comportamenti sul lavoro mettevano in seria difficoltà tutto il reparto in cui tale risorsa era impiegata.
I suoi atteggiamenti erano: creava apposta gli errori, e poi dava la colpa alla cattiva gestione dell’organizzazione aziendale; creava malanimo tra i colleghi parlando male dei datori di lavoro (azienda a conduzione famigliare); metteva i colleghi gli uni contro gli altri.
Il motivo per cui lo faceva? Le sue ambizioni e aspirazioni erano quelle di diventare il direttore di quella divisione aziendale, nel momento in cui le ho detto chiaramente che, in quella azienda non avrebbe mai potuto ricoprire quel ruolo, ha dato le sue dimissioni!
E’ vitale avere chiare e realistiche sulle proprie ambizioni e, l’oggettività delle possibilità lavorative.
Gli effetti del conflitto nell’ambiente di lavoro
Sono tanti i fattori che causano stress sul lavoro (stress lavoro correlato), vediamone qualcuno:
- Fattori che dipendono dalla natura stessa dell’impiego (troppo o poco lavoro);
- Elementi che dipendono dal proprio ruolo all’interno dell’organizzazione (come ad esempio il livello di responsabilità);
- Motivi intrinseci alla struttura dell’organizzazione (esempio: la non collaborazione, il non passaggio di informazioni);
- Componenti legati alla propria carriera (la frustrazione delle proprie ambizioni);
- Cause che riguardano la natura del rapporto con i superiori, i subordinati, i colleghi, i clienti.
I primi quattro fattori creano condizioni lavorative insoddisfacenti. Essere esclusi dalle consultazioni, l’incertezza che riguarda il proprio grado di responsabilità, i mancati avanzamenti di carriera, o il vedere che avanzano quelle risorse umane meno meritevoli di noi. Queste dinamiche sono direttamente collegate all’insorgere dei conflitti con le persone con cui lavoriamo.
Gestione dei conflitti nei gruppi di lavoro
Effetti negativi e positivi del conflitto.
L’ambiente di lavoro è spesso caratterizzato dalla presenza di conflitti distruttivi dai pesanti effetti negativi: alterazione del benessere psicofisico (es. Forti reazioni emotive, si perde più facilmente la pazienza, si può diventare più nervosi e aggressivi in famiglia), perdita di sicurezza e il calo dell’autostima (sentimenti di autosvalutazione: non sono in grado, sono incapace ).
Questi effetti sono tanto più gravi in base alla natura del conflitto, e dall’importanza che ha per noi, e dalla sua durata. Anche il sentimento personale di riuscire a gestire il conflitto nel gruppo di lavoro è determinante nell’incoraggiatore azioni positive.
Gestione dei conflitti nei gruppi di lavoro: Effetti negativi del conflitto in azienda
Sul piano individuale, gli effetti negativi del conflitto riguardano soprattutto lo stress, e si manifestano attraverso sintomi psicologici, fisici e comportamentali. S manifestano nel disturbo da stress lavoro correlato.
A livello psicologico: incapacità di concentrarsi e di pensare lucidamente, l’aumento dell’irritabilità e la difficoltà di rilassamento.
Disturbi fisici: emicrania, insonnia, difficoltà di digestione. Se trascurati, questi primi avvertimenti possono essere causa di disturbi più gravi, come l’ulcera o l’ipertensione.
I segnali comportamentali più comuni sono: abbandono o evitamento dei rapporti che si sono rivelati conflittuali, e l’abuso di alcolici, sigarette e tranquillanti nel tentativo di sciogliere la tensione. A anche isolamento sociale, apatia (mancanza di voglia di fare qualunque cosa, anche al di fuori del contesto lavorativo).
L’effetto a cascata del conflitto in azienda
Molto spesso ci si trova di fronte ad un circolo vizioso in cui il conflitto crea stress, lo stress guasta i rapporti con i colleghi e i clienti, e questa situazione esaspera a sua volta il conflitto stesso.
Reazioni di questo tipo riducono la possibilità che i fatti vengano percepiti in modo oggettivo, obiettivo e aumentano, invece, la probabilità, che essi vengano interpretati come se la responsabilità dei dissapori, fosse interamente degli altri.
La gestione dei conflitti nei gruppi di lavoro occupa, quindi, un ruolo importantissimo nella lotta allo stress nell’ambiente di lavoro.
E’ qui che s’inserisce l’aiuto dello psicologo aziendale.
Gestione dei conflitti nei gruppi di lavoro: Effetti positivi del conflitto in azienda
Si, non sto dicendo un’eresia! Il conflitto, se affrontato in modo adeguato può avere effetti positivi.
Rafforza un rapporto: guardare in faccia se stessi e le altre parti in causa del conflitto, ammettere i diversi punti di vista, capire il perché di questa differenza ed essere disposti a mediare, il rapporto di lavoro ne uscirà rafforzato.
Aumenta la fiducia. Se due persone riescono a risolvere il conflitto, è probabile che si fideranno di più l’una dell’altra, sapendo che le loro posizioni non si escludono a vicenda.
Aumenta l’autostima. L’esito positivo del conflitto interpersonale produce un aumento di autostima. Perché fa riflettere sulle proprie capacità personali, il conflitto obbliga a far emergere i punti di forza, proprio nelle situazioni più difficili.
Stimola la creatività e la produttività: la discussione tra pareri diversi apre la strada a nuove prospettive. Il conflitto efficace è una forma di confronto costruttivo.
Essere fonte si soddisfazione. Deutsch (1971) sostiene che il conflitto stimola interesse e curiosità, permettendo quindi, di utilizzare le capacità individuali, ed è considerato un apprezzato strumento di valutazione delle proprie abilità.
Nb: tutto ciò avviene se il conflitto è limitato e controllabile e ciò dipende dalla natura dei rapporti di lavoro e dal valore che si attribuisce al conflitto.
Tecniche di gestione del conflitto nei gruppi di lavoro
La ricetta vincente per la gestione dei conflitti nei gruppi di lavoro, ecco gli elementi chiave:
- Analisi del conflitto
- Comunicazione efficace ed assertività
- Abilità di mediazione e negoziane
- Analisi del conflitto
- Questo schema è un utile guida all’analisi di qualsiasi tipo di conflitto interpersonale.
- Storia del conflitto: in che modo il conflitto si è sviluppato?
- Contesto del conflitto: l’esame del contesto e dell’ambiente in cui si sviluppa il conflitto può aiutarti a capire la sua natura e la sua gravità. “questa persona ha problemi solo con me?”, “quali sono i comportamenti e le azioni che caratterizzano il conflitto?”
- Altre parti coinvolte: “c’è qualcuno che sta alimentando il conflitto?”, “chi ci guadagna se il conflitto si aggrava?”
- Motivi del conflitto: è importante identificare i motivi del disaccordo.
- Dinamiche del conflitto: tutti i conflitti sono dinamici, si sviluppano e cambiano nel tempo. Come è cambiato il conflitto?
Nb: ancora una cosa, per risolvere il conflitto si deve volerlo! Se manca questa motivazione non ci sarà la volontà di attivare energie e risorse personale che possano portare alla sua risoluzione.
Comunicazione efficace ed assertività
Il loro ruolo essenziale nella gestione dei conflitti nei gruppi di lavoro.
Cosa vuol dire comunicazione efficace? .
“L’uomo è un animale sociale!” E come tale usa la comunicazione di verbale e della comunicazione non verbale per interagire con il suo mondo.
Ma, a volte, questa comunicazione è un disastro perché non si ha consapevolezza di quegli elementi che la compongono, come l’ascolto, l’osservazione, rispettare i turni di parola, chiedersi se si è trasmesso il messaggio in modo chiaro, domandarsi se l’interlocutore lo ha capito nel modo giusto. Questo articolo sulla psicologia della comunicazione aziendale può aiutarti a capire e interpretare il comportamento del tuo interlocutore.
Come sviluppare tecniche di gestione del conflitto
Queste due semplici schede possono darti una efficace guida di partenza. Buon divertimento!
Scheda 1 – Gestione Dei Conflitti Nei Gruppi Di Lavoro- Autovalutazione
Scheda 2 – Gestione Dei Conflitti Nei Gruppi Di Lavoro-Risolvere il conflitto con i colleghi
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