Atteggiamenti per le nostre relazioni interpersonali

Atteggiamenti e relazioni interpersonali nella comunicazione

La scelta del nostro comportamento comunicativo dipende dagli atteggiamenti e dagli obiettivi comunicativi: propri e degli interlocutori. Secondo il nostro scopo, adottiamo un “certo modo di parlare” che fa reagire gli altri di conseguenza.

Cosa significa atteggiamento

Dal Dizionario Lingua Italiana (Zingarelli) “Modo di disporsi o di presentarsi, come riflesso di un determinato stato d’animo o come forma deliberatamente assunta di comportamento. Modo di atteggiare il corpo o parte di esso. Contegno, comportamento”.

Dal Dizionario di Psicologia (W. Arnold; H. J. Eysenck; R. Meili). O Attitudine – orientamento della percezione e una disponibilità di reazione in rapporto ad un determinato oggetto o classi di oggetti. Sono tendenze relativamente durevoli. Sono orientati secondo certi valori o affetti.

Dunque, l’atteggiamento è determinato dai valori che guidano le azioni. E il comportamento comunicativo è veicolato sia dall’atteggiamento sia dal preciso obiettivo.

Ad esempio:

Tizio si presenta a Caio. Nel farlo gli porge la mano in modo poco deciso, la stretta di mano risulta “moscia”. Questo gesto viene interpretato come una manifestazione di un comportamento insicuro.

Il manager di un gruppo di lavoro, nel rivolgere le critiche lo fa attaccando sul personale i collaboratori, deprezzando il loro lavoro. Questo leader mostra un comportamento autoritario, che non alimenta fiducia e rispetto.

Nel primo caso, l’atteggiamento mostra un comportamento passivo o evitante. Nel secondo caso, l’atteggiamento mostra un comportamento aggressivo.

Pertanto, atteggiamenti e relazioni interpersonali vanno a braccetto nel determinare il raggiungimento o meno di un obiettivo comunicativo.

Quali atteggiamenti e relazioni interpersonali ci sono?

 ATTEGGIAMENTO

ASSERTIVO

La persona che lo adotta:

Fa valere i suoi diritti e rispetta quelli degli altri.
Raggiunge i propri obiettivi senza offendere gli altri.
Ha una buona immagine di sé, fiducia in se stessa.
Decide per se stessa.
Si esprime in modo chiaro e autonomo.
ATTEGGIAMENTO

PASSIVO

La persona che lo adotta:

Permette che vengano violati i suoi diritti e che gli altri ne traggano vantaggio.
Non raggiunge i propri obiettivi.
Si sente frustrata, infelice, ansiosa, inibita e depressa.
Consente che gli altri scelgano per lei.
ATTEGGIAMENTO

AGGRESSIVO

E

MANIPOLATIVO

La persona che lo adotta:

Viola i diritti altrui per trarne vantaggio.
Raggiunge i suoi obiettivi a spese degli altri.
È belligerante e sulla difensiva: umilia e deprezza gli altri.
È esplosiva e irata.
Si intromette nelle scelte altrui.

Come rispondere agli atteggiamenti

IL SUO PENSIERO COME RISPONDERE
IL DIFFIDENTE Non mi fido di nessuno. Le decisioni le prendo da solo. Non puoi influenzarmi. DEVI FORNIRE PROVE ALLE TUE ARGOMENTAZIONI. Il tuo obiettivo è rassicurarlo, fornendo garanzie alle sue scelte.
L’AGGRESSIVO Non mi fido delle mie scelte. Ma nessuno deve saperlo. RINFORZA IL SUO RUOLO. Il suo pensiero è «Io sono importante».

È una persona con bassa autostima.

L’EVITANTE Non mi prendo responsabilità. Lasciami stare. ELIMINA LE SUE PAURE. Il suo pensiero è «Ciò che penso io non è importante». Evita il confronto e lo scontro. Teme di non saperlo gestire.

È una persona con bassa autostima.

L’ASSERTIVO Parlami con franchezza e arriva al punto. Fammi vedere il mio vantaggio. LINGUAGGIO CHIARO, SEMPLICE E DIRETTO. Vuole fatti, non parole.

Atteggiamenti e relazioni interpersonali in pratica

Fuga o Evitante: significa non affrontare l’interlocutore e/o la situazione. Si manifesta, ad esempio, quando si evita il conflitto. I comportamenti sono: uscire dalla stanza; stare zitti; cambiare discorso; usare l’ironia.

Questo atteggiamento tende a manifestare lo stile di una persona che è disinteressato alla qualità della relazione interpersonale. È scostante, centrato solo su se stesso.

Aggressivo: si aggredisce quando si attacca. I comportamenti sono: alzare la voce, accusare gli altri, usare un tono di voce duro. Il soggetto è IO : “Io sono il migliore, gli altri non valgono niente”; non si assume responsabilità, la colpa è degli altri. Predilige lo scaricabarile!
Il linguaggio del corpo è rigido e volto verso l’altro, come a volerlo predominare. E’ un abile manipolatore. Non prende posizioni. Difende solo i propri interessi.

Questa tipologia è propria di quelle persone che amano schiacciare gli altri, li usano per raggiungere i propri interessi. Tendono ad aumentare il volume vocale, usano di frequente il tono sarcastico, a loro piace umiliare gli altri. Molto spesso, questo stile è usato per nascondere insicurezza personale.

L’aggressività è uno strumento di difesa, che si trasforma in una caricatura della persona forte e decisa. Questo stile ha l’obiettivo di sottomettere l’altro, impedendogli di controbattere, utilizzando un ritmo incalzante, che non lascia spazi di silenzio. La comunicazione non verbale è molto accentuata, quasi esagerata.

Passivo è quando si subisce senza dire nulla. I comportamenti sono: assecondare le idee degli altri, non prendere posizione. È un soggetto che comunica senza utilizzare al meglio gli strumenti comunicativi. Il canale vocale non è valorizzato. Tende ad avere volume basso, il tono emotivo definisce un soggetto timido e sottomesso, che preferisce subire, piuttosto che ribellarsi, evitare scontri diretti, l’unica arma di difesa in suo possesso è “lamentarsi”.

La comunicazione non verbale è statica. Lo sguardo basso, non si sofferma sul viso dell’interlocutore. La gestualità non è coerente con l’obiettivo del suo messaggio. Ne risulta un’immagine falsata, poco veritiera. Questo stile sottovaluta le effettive capacità della persona. Tende a rivelare bassa autostima. Si fa condizionare da un eccesso di timidezza.

L’atteggiamento è assertivo quando la persona sceglie come comportarsi in base a principi e valori di rispetto: “Io rispetto me stesso e rispetto te”. Dunque, espressivo o assertivo è lo stile della persona che ama il contatto con gli altri. Utilizza al meglio lo strumento voce, rispetta gli altri adottando un comportamento verbale, non prevaricante.

È sicuro e deciso, ammette quando sbaglia, accetta la critica, e a sua volta sa criticare in modo costruttivo. Ha uno sguardo aperto, portato all’ascolto attivo, sa mettere a proprio agio l’interlocutore.

Accoglie l’altro nel pieno rispetto dei diritti di entrambi. Ottima gestione della comunicazione non verbale. La postura è eretta, ma priva di rigidità, è morbido anche nella gestione dei movimenti comunicativi. Condisce il messaggio verbale in un insieme armonioso di gesti e di sguardi che evidenziano il suo interesse verso chi ascolta.

Un solo atteggiamento e un solo comportamento?

L’esser umano è un mix di tutti questi comportamenti comunicativi. La scelta del tipo di atteggiamento è veicolata da: obiettivo comunicativo, che tipo di relazione interpersonale di vuole stabilire.
Essere assertivi significa scegliere quale stile comunicativo adottare sulla base della specifica situazione.

Se siamo consapevoli del nostro modo di comunicare e non dimentichiamo il nostro obiettivo comunicativo, possiamo adottare lo stile più efficace per raggiungere l’obiettivo prefissato in quella specifica situazione d’interazione.

Quale è il mix ideale? Come scegliere l’atteggiamento giusto

Per creare efficaci relazioni interpersonali il mix ideale può essere:
adottare il meno possibile l’atteggiamento di fuga,
un pizzico di aggressività quando ci vuole, va bene, come valvola di sicurezza, per dar sfogo alla propria indignazione di fronte a certe situazioni.
L’atteggiamento manipolatorio può essere molto utile in alcune circostanze. Ma attenzione al comportamento manipolativo usato nell’ambiente di lavoro: in alcune circostanze, una dose di abile manipolazione cosciente ed occasionale, può essere molto utile, ma non è l’ideale se il tuo obiettivo è costruire sane e positive relazioni interpersonali.
L’atteggiamento assertivo è il più comodo ed il più efficace per promuovere sane ed efficaci relazioni interpersonali.

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