Come farsi amico un nemico

L’efficacia del dialogo

Purtroppo capita a tutti, di doversi confrontare con qualcuno che manifesta un atteggiamento ostile verso il mondo intero.
Succede sul lavoro, nella coppia e con gli amici.
E, quando non possiamo scegliere, perché non abbiamo alternative.
O quando la posta in gioco è troppo alta, e non si vuole mollare, allora ci dobbiamo armare di pazienza e sfoderare al meglio le nostre doti comunicative.
Se pensi di non esserne capace, non scoraggiarti, possiamo sempre migliorare il nostro modo di comunicare.

Il film il Diavolo veste Prada esprime benissimo questo concetto! Il dover scendere a compromessi comunicativi per raggiungere il proprio obiettivo professionale. E’ come dire “fare buon viso cattivo gioco” nei confronti di una persona che in realtà non ci piace. Quante volte lo facciamo! E ciò che può aiutarci è la comunicazione efficace.
Vediamo come.

Come farsi amico un nemico

Un esempio pratico

Nella prima parte dell’articolo Come farsi amico un nemico: ovvero come sopravvivere alla giungla delle relazioni interpersonali abbiamo visto insieme come modificare l’andamento di una relazione interpersonale da svantaggiosa a vantaggiosa, focalizzandoci sulle caratteristiche di personalità dell’interlocutore ci ha messo in difficoltà.

Ora vediamo insieme un ipotetico dialogo che dimostrerà in pratica come farsi amico un nemico: il dialogo, un potente alleato per il raggiungimento del tuo obiettivo comunicativo.

Immaginiamo TIZIO: l’interlocutore aggressivo; CAIO: il collaboratore

TIZIO a Caio: “Si fa a modo mio perché io sono il capo. Ti ho già detto che non puoi interrompermi con le tue solite domande”

CAIO sceglierà la risposta e il comportamento sulla base di diverse considerazioni:

  • La sua personalità: si lascia sconcertare da questi attacchi?
  • La sua possibilità di scelta: rispetto al mio obiettivo, cosa è meglio per me?

Se si lascia prendere dalle emozioni potrebbe:

  1. Rimanere in silenzio perché atterrito da questo atteggiamento, lasciandosi poi lacerare dal senso di colpa per non aver risposto.
  2. Lasciarsi trasportare dall’emozione del momento, e se è impulsivo, dargli una rispostaccia per metterlo al suo posto. Ma con il rischio di perdere il suo obiettivo.
  3. Mettere in atto l’assertività, e scegliere sulla base dei propri obiettivi, il comportamento migliore per lui.

NB: Non dimenticare mai la potenza dell’assertività, ti permette di essere sempre in equilibrio con te stesso.

È essere assertivi, ad esempio, scegliere di non rispondere ad un attacco come questo, perché dato il personaggio, non serve a nulla rispondere, è solo sangue amaro!

Se hai visto il film ”ll Diavolo veste Prada”  la bravissima Meryl Streep ha dato vita in modo molto efficace allo stereotipo del cattivo capo, l’artefice di stress lavoro correlato, conflitti sul lavoro, de-motivazione, ed ogni sorta di emozioni negative.

Ora ti faccio un esempio di come rispondere, per capire come farsi amico un nemico: il dialogo.

Se il tuo obiettivo è mantenere una sorta di equilibrio, perché vorresti ribaltarlo da terra, ma farlo significherebbe perdere il posto di lavoro, o vanificare anni di sacrifici e impegni, ecco una soluzione.

Non dimenticare mai che le persone aggressive, possono in realtà non essere così sicure di sé stesse, devono però in qualche modo, mascherare le loro debolezze.

Quindi gioca su ciò che a loro piace:

  • hanno bisogno di sentirsi importanti;
  • a loro piace che il loro titolo e il loro ruolo venga sottolineato e ribadito continuamente;
  • loro devono sempre sentirsi impegnati, pertanto faranno vedere agli altri un ‘immagine di sé, di persone super impegnate, perché super ricercate.

Quindi, rivolgiti a loro sottolineando tutti questi aspetti, come nell’esempio:

Caio a Tizio (il collaboratore al capo) “Tizio, so che sei molto impegnato, in qualità di responsabile non hai mai un attimo di respiro. Ma solo tu puoi aiutarmi a prendere una decisione. Tu cosa ne pensi rispetto a ….. secondo te cosa è meglio fare? Ti ringrazio moltissimo per la tua gentile disponibilità”.

Con questa formula sei libero poi anche di fare di testa tua, il tuo interlocutore non se ne accorge, perché è troppo impegnato a gongolare di sé stesso.

Come farsi amico un nemico: il dialogo e il linguaggio del corpo

Non dimenticare mai la potenza della comunicazione non verbale, se la sai usare abilmente, potrai agevolare il tuo obiettivo comunicativo.
Continuiamo con l’esempio di comunicazione tra Tizio (il responsabile aggressivo)  e Caio (il collaboratore).

La comunicazione non verbale tra i due avviene in questo modo:

CAIO si approccia a TIZIO con un sorriso, non si mette di fronte, ma di fianco, le spalle un poco ricurve, come in un atteggiamento di sottomissione. Mentre pronuncia il nome di TIZIO fa un ampio sorriso (il sorriso ammorbidisce lo sguardo e rende il tono della voce morbido);

TIZIO all’avvicinarsi di CAIO: guarderà con sospetto, cercherà di fuggire guardando altrove, o girando il corpo. È diffidente, pertanto è sulla difensiva, il suo pensiero è: “Mi devo difendere, cosa vuole da me?”.
Dopo aver sentito il suo nome, si tranquillizza, sente dal tono emotivo della voce di CAIO che non ha niente da temere. Le sue parole gli piacciono. Non pensa affatto che CAIO stia dissimulando un’emozione di avversione, di antipatia nei suoi confronti. Quando sente ribadire il suo ruolo, si alza dritto, spalle in alto e petto in fuori, si gira e guarda CAIO.

Ecco fatto relazione agganciata. Da ora in avanti, CAIO ha ottenuto una collaborazione professionale, senza che gli debba venire il mal di pancia, ogni volta che è costretto a vedere questa persona.
Ma, Caio sa che è un lavoro comunicativo continuo, tutte le volte dovrà scegliere il giusto mix tra rispondere, non parlare, scegliere le parole. Ma almeno così facendo, ottiene una migliore gestione delle sue emozioni.

Purtroppo, una persona cambia solo se, è consapevole che ci sono aspetti di sé che sono diventati per lui un problema, altrimenti, senza questa ammissione di riconoscimento del problema, una persona aggressiva non cambierà mai.

Come farsi amico un nemico: il dialogo. Come dissimulare l’antipatia?

Qual è l’atteggiamento mentale che consente di dissimulare un’antipatia?
Sicuramente ti sarà capitato più volte di dover fare buon viso a cattivo gioco, a volte ti riesce a volte no.

Qualche suggerimento per riuscire meglio nel tuo intento:

  • Tieni a mente il tuo obiettivo;
  • È solo un’interazione, non devi costruire una relazione di amicizia;
  • Non lo stai prendendo in giro, non ti stai prendendo gioco di lui;
  • Stai solo usando in modo consapevole il linguaggio del corpo e mettendo in pratica la comunicazione efficace.

So, che potresti pensare che abbiamo preso in giro il povero TIZIO, ma non è così. Fa parte delle abilità sociali il saper gestire un conflitto, il saper creare interazioni e relazioni rispettando le regole del contesto in cui sta avvenendo l’interazione.

Io immagino un utopia: se tutti i personaggi che partecipano ai talk show in tv o i politici mettessero in pratica queste semplici regole, potremmo assistere a dibattiti e confronti costruttivi e non distruttivi. Ma sappiamo tutti che quel mondo ha creato i suoi copioni, guardiamo i politici litigare perché così possiamo dire quanto siano inefficaci. Guardiamo i personaggi in tv delle varie trasmissioni alzare la voce e fare scene isteriche perché sono talmente ridicoli che fanno ridere. E la tv lo sa! E’ una forma di manipolazione anche questa! Alzano gli ascolti!

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