Alla ricerca della felicità
Racconto la mia storia, spero che possa di essere di aiuto ad altri.
“Iniziare a parlare di me, mi ha sempre imbarazzato, ma probabilmente adesso se lo faccio è perché mi sento pronta, oppure, ne ho bisogno.
Soffro, fin da bambina, di momenti di confusione mentale, dico mentale perché il mio cervello è sempre in continuo movimento, cioè penso continuamente, senza tregua, portandomi a momenti a volte brevi, a volte interminabili, di stanchezza fisica e scelte di vita da intraprendere.
Credevo che crescendo questo fastidio sarebbe scomparso, ed invece no, anzi aumenta continuamente, fino a portarmi ad una grave depressione che, più delle volte, mi faceva pensare alla morte, come unico rimedio per ritrovare la pace.
Alla ricerca della felicità: la mia infanzia
I miei si sono separati quando io avevo nove mesi, mio padre andò via, e ricordo mia madre sempre triste, pensierosa, sola. Ciò mi rendeva nervosa e l’unico mio pensiero era di fare qualcosa per lei, avevo bisogno di fare qualcosa e mi sentivo felice. Però poi mi accorgevo che era qualcosa più grande di me, e mi sentivo inutile, non riuscivo ad aiutare la persona che più amavo.
Quindi pensavo ad altro, il mio cervello doveva pensare ad altro, me lo imponevo e questo stato di malessere lo porto con me tutt’oggi. Mio padre tornò a casa quando io avevo undici anni, e incominciò a padroneggiare su di noi, mia madre non so per quale motivo accettava, io mi ribellavo e le prendevo di santa ragione finché a diciannove anni andai via di casa.
Alla ricerca della felicità: io e l’amore
Trovai lavoro in un’altra regione e credevo anche l’amore, e ci ho creduto per quattordici anni facendoci anche due figli, dopodiché ammisi a me stessa e anche al mio compagno che non l’amavo, gli volevo un gran bene ma (questo l’ho detto solo a me stessa e non a lui) non l’ho mai amato.
Adesso ho più di quarantanni, sembro una ragazzina e soprattutto mi sento una ragazzina, promettendomi che sarei stata più forte verso il sesso forte, di non vivere di passione ma di fredda razionalità.
Qualche mese fa ho conosciuto lui, bello, interessante, ma soprattutto interessato a me, e mi concedo, infondo sono fatta così, mi piace amare e finora non mi è mai successo, ma con lui vivo delle sensazioni mai sentite prima.
Dopo un giorno dall’inizio della nostra relazione lui mi dice che è già fidanzato e io a malincuore gli dico ciao.
Il giorno dopo lui mi manda un sms dicendomi che non è vero che è fidanzato, ma che ha avuto paura di sentirsi legato e quindi è scappato. Ci rivediamo e stiamo insieme. Dopo mi dice che è di nuovo fidanzato ma che vuole lasciarla, poi cambia idea, insomma così per un po’ di tempo.
Io ho avuto sempre la sensazione che lui mentisse, perché quando non lavora è con me, oppure è su Messenger ed io lo so perché entro con lo stato invisibile.
Alla ricerca della felicità: devo decidere
La cosa che più mi turba è che soprattutto sta facendo male alla mia persona e che lui quando stiamo da soli mi ama, quando stiamo con amici si comporta da amico, anche se tutti sanno del nostro rapporto. Gli chiedo il perché e lui mi risponde che il nostro rapporto non è una relazione, ma un’amicizia profonda e un legame sessuale intenso, ed è bello così. Quindi sto vivendo questa storia castrata, cioè non so più come comportarmi, vorrei abbracciarlo ma mi blocco, non capisco se vuole tenermi vicina oppure no, insomma non sono più spontanea e ciò mi fa male ed ecco di nuovo le notti insonni e il malessere celebrale.
So benissimo che questo mi logora, ma lo amo e gli sto dando il tempo che lui necessita per amarmi. Ma adesso non ne posso più, voglio sentirmi libera di amarlo e coccolarlo, ed ho perso la pazienza di aspettare ed ho deciso di non cercarlo più.(anche se è sempre lui a cercarmi).
L’ultima uscita con gli amici io ho conversato molto con un amico e lui era infastidito, ma non mi è fregato per niente, basta!
Ho pensato, non voglio essere più la sua amante, voglio amare ed essere amata.
Ora sono confusa perché cerco le storie che mi fanno star male, perché non riesco a guarire per cercare la felicità, ma soprattutto è meglio stare male e non vederlo più, oppure accontentarmi a metà ed accettare questa relazione balorda, aspettando i suoi tempi?”
La ringrazio di avermi ascoltata. Anonima
Alla ricerca della felicità – Risposta
Ho letto attentamente la sua storia. Le faccio subito i miei complimenti per il coraggio che ha avuto ad aprirsi, penso che sfogarsi le abbia fatto bene.
La sua lettera mi ha commossa. Vedo in lei una forte personalità e un grande coraggio, anche se forse, in questo momento non lo vede, non se lo sente. Invece deve essere fiera di sé.
Ciò che ha passato nell’infanzia l’ha indubbiamente segnata, ma lei ha avuto la forza, quella determinazione che l’ha spinta a ricostruirsi una vita tutta sua, libera da sottomissione e crudeltà (psicologica). Andando così alla ricerca della felicità.
Poi, nel tempo, ha anche avuto il coraggio di rimanere fedele a sé stessa, ai suoi ideali di libertà, è stata coerente con sé stessa. E la coerenza richiede forza e coraggio, cosa che lei ha, ed ha dimostrato a sé stessa. Ora, ancora una volta la vita la pone di fronte ad una nuova scelta:
ha incontrato un uomo che l’apprezza per ciò che è, che la fa sentire donna fino in fondo al suo essere. Ma questo idillio nasconde qualcosa legato a lui, qualcosa, una forza che impedisce al suo uomo di legarsi completamente a lei.
Perché? Giustamente si chiede anche lei. Forse la sua paura (di lui) di legarsi? Forse vuole mantenere l’illusione della gioventù? Forse teme che una volta consolidato l’unione con lei, l’idillio possa finire? quindi nasconde una paura di perderla? O forse è semplice paura di legarsi?
Lei mi chiede nella parte finale della lettera:” Ora sono confusa, perché cerco le storie che mi fanno star male, perché non riesco a volgermi alla ricerca della felicità. Ma soprattutto è meglio stare male e non vederlo più, oppure accontentarmi a metà ed accettare questa relazione balorda, aspettando i suoi tempi?”.
Vede a me non piace dare risposte banali, non mi piace far credere di possedere le risposte a tutto, ciò che mi sento di dirle è ciò che direi a me stessa. Cioè affrontare la questione direttamente con lui. Chiedergli con calma, cosa gli impedisce di instaurare un legame con me.
“Perché continua questo tira e molla di verità/menzogne? E, se lui continua a non rispondere, a rifiutarsi di affrontarmi direttamente, chiederei a me stessa cosa voglio: sono felice così, una storia a metà è ciò che voglio? Oppure ciò che cerco è qualcos’altro?”
Da ciò che mi scrive lei vuole amare e sentirsi amata in modo incondizionato, vuole essere felice, lei ha diritto di esserlo. Nella sua vita lei è sempre rimasta fedele a sé stessa, con coraggio e forza, continui così, non si lasci sopraffare da un illusione di felicità.
La ricerca della felicità è anche il coraggio di lasciare andare le relazioni malate.
Se vuole rimanere con lui benissimo, ma che la sua scelta sia razionale e motivata, in una parola: convinta. Se lei avrà questa convinzione troverà finalmente quella serenità cui lei ha sempre aspirato.
Le faccio ancora i miei complimenti per il coraggio che ha avuto, lei non sa quante donne (e uomini) siano nella sua stessa condizione, ma non hanno il coraggio di tirarsi fuori, di cercare un aiuto, magari se leggessero la sua storia troverebbero anche loro il coraggio di essere felici, o di provarci.
Anonima: Alla ricerca della felicità
La ringrazio immensamente per la sua risposta, nel frattempo ho preso la mia decisione, ed ho deciso di vivere, non di sopravvivere e magicamente questa storia a metà, vissuta con una persona a metà, è stata espulsa dalla mia vita.
Mi sento libera. Intanto in questi giorni mi sto arricchendo con gli studi che ho ripreso, sto conoscendo nuove persone motivate nella vita e tutto mi sembra risolvibile.Ho riflettuto su questa persona e sono arrivata al pensiero finale che non mi piace accontentarmi, voglio assaporare le cose e nessuno me lo può vietare. Probabilmente, volevo capire la mia situazione e dove avevo sbagliato, (capire ogni cosa fa parte della mia natura), ma non ho fatto errori, io ho soprattutto amato e sono contenta di averlo fatto, il resto non conta più.
Non so se mi resterà un ricordo, bello oppure brutto, sarà il tempo a decidere.
Alla ricerca della felicità: l’ho trovata nella mia scelta di vita
Se le mie parole possono servire, sarò felice che la mia lettera venga pubblicata sul suo sito, per me è solo un grande piacere. La saluto immensamente e grazie di tutto. Verrò sempre a curiosare sul suo sito e sicuramente la riscriverò.
Anonima
Alla ricerca della felicità di coppia
Il racconto di questa meravigliosa signora potrebbe riflettere la storia tra due persone: un dipendente affettivo e un narcisista.
Quando queste due tipologie di “persone” si incontrano possono far nascere una relazione malata.
Nella dipendenza affettiva il partner vittima del narcisista, si umilia, si deprezza sottoponendosi alle decisioni e ai comportamenti del partner che, non sa vedere, il dolore che infligge al compagno.
La soluzione?
Vincere la dipendenza affettiva concentrandosi dunque, su se stessi. Lasciando la relazione. Perché non si può cambiare una persona che non vuole cambiare.
Per la ricerca della felicità servono questi preziosi ingredienti:
- Autostima
- Saper ascoltare i propri bisogni
- Ritrovare la gioia di fissare nuovi obiettivi
Vuoi scrivere anche tu?
Per raccontare la tua storia, parlare di un tuo punto di vista o per condividere un’esperienza.
Tu rimarrai anonimo, pubblicherò solo ciò che vorrai rendere pubblico.
Ora è il momento per Te di agire!
Chiamami tranquillamente (anche su WhatsApp o Skype)! Possiamo parlare assieme e capire, con calma e serenità, come posso esserti d’aiuto.
Se ti piace scrivere, scrivimi pure qui sotto. I tuoi racconti ed i tuoi dati sono tutelati dal segreto professionale. Solamente io leggerò i tuoi messaggi, le tue richieste, i tuoi dubbi.
Dai! prendi il coraggio a piene mani e scrivi. Io aspetterò di leggere le tue parole!
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