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Le cause del mobbing e come combatterlo
Gli studi effettuati sul mobbing mostrano che le cause possono essere fatte risalire a:
- conflitti relazionali mal gestiti;
- le inadeguate condizioni di lavoro (sottoutilizzo delle competenze o eccessivo carico di lavoro);
- l’ambiguità di ruolo, una leadership inadeguata;
- il clima organizzativo.
La ricerca di Zapft D.
“Dal punto di vista della vittima, il clima organizzativo e un alto livello di di-stress sono tra le più frequenti cause di mobbing. Tale ricerca, evidenzia inoltre, come le vittime di mobbing presentino livelli più alti di di-stress lavorativo e minor possibilità di gestione delle proprie mansioni, rispetto a un gruppo di controllo. ”
Leymann, psicologo e medico tedesco ha così definito il mobbing:
“Il terrore psicologico, o mobbing, consiste in una comunicazione ostile e contraria ai principi etici,perpetrata in modo sistematico da uno o più persone, principalmente contro un singoloindividuo che viene per questo spinto in una posizione di impotenza e impossibilità di difesa,e qui costretto a restare da continue attività ostili. Queste azioni sono effettuate con un’altafrequenza (definizione statistica: almeno una volta a settimana) e per lungo periodo di tempo(definizione statistica: per almeno sei mesi). A causa dell’alta frequenza e della lunga durata,il comportamento ostile dà luogo a seri disagi psicologici, psicosomatici e sociali”
Il mobbing è un’azione aggressiva, che vede necessariamente due attori:
L´aggressore (mobber) e la sua vittima (mobbizzato), tra i due ci sono anche gli “spettatori”. La situazione tipica del mobbizzato è l’isolamento.
La vittima di mobbing si sente incompresa e sola di fronte al suo nemico, in una situazione senza via di uscita, in cui non sa come vi è entrata e spesso nemmeno perché.
Il mobber invece può agire da solo o cercarsi alleati. Gli spettatori, sono tutte quelle persone (colleghi, superiori, addetti alla gestione del personale) che non partecipano direttamente al processo di mobbing, ma che in qualche modo sono coinvolti, lo percepiscono, lo vivono di riflesso. Se anche uno spettatore non agisce direttamente, molto spesso può tramutarsi con il suo silenzio in un complice del mobber.
Conseguenze del mobbing nell’organizzazione
L’organizzazione stessa subisce notevoli ripercussioni negative, sia sul piano del benessere dei propri dipendenti, sia in termini di calo del rendimento dei dipendenti stessi, di peggioramento del clima lavorativo, di elevato assenteismo, di turnover del personale e di riflesso della produttività o della qualità dei servizi.
I parametri che individuano il mobbing
Secondo Ege (2002), sono 7 i parametri che individuano la presenza di situazioni di mobbing, essi sono:
Ambiente lavorativo: La vicenda conflittuale deve avvenire sul posto di lavoro;
FREQUENZA: Si rileva la presenza di una singola azione ostile portante, i cui effetti si ripercuotono sulla persona quotidianamente ed “internamente” , anche dopo che la prima azione si è esaurita; 2. L’azione iniziale è accompagnata e/o seguita da almeno altre due azioni ostili di supporto, appartenenti ad una categoria diversa da quella dell’azione principale; 3. Le azioni secondarie siano messe in atto da aggressori diversi (ad es. colleghi); 4. Queste ultime azioni abbiano una cadenza di almeno alcune volte al mese”.
DURATA: Ege parla di indicatori temporali da tre a sei mesi, e la variabile è la quotidianità degli atti vessatori.
TIPO DI AZIONI (Leymann) 1. Attacchi alla possibilità di comunicare; 2. Attacchi alle relazioni sociali; 3. Attacchi all’immagine sociale; 4. Attacchi alla qualità della situazione professionale e privata; 5. Attacchi alla salute.
DISLIVELLO TRA GLI ANTAGONISTI . Si parla di mobbing orizzontale qualora la vessazione coinvolga soggetti che ricoprono la stessa posizione gerarchica all’interno dell’organizzazione. II mobbing verticale discendente si presenta quando la vessazione viene esercitata da una persona in posizione gerarchica superiore rispetto alla vittima.
ANDAMENTO SECONDO FASI SUCCESSIVE . Il mobbing risulta essere un vero e proprio processo, che evolve gradualmente nel tempo, spesso a partire da una condizione di conflitto non risolto, come una sorta di escalation dello stesso conflitto. perché una vicenda possa essere ritenuta mobbing, devono essere ben identificabili al suo interno non solo il senso di progresso, ma anche le fasi cronologicamente definite.
Pre fase – Condizione Zero
Fase 1 Conflitto Mirato
Fase 2 Inizio del Mobbing
Fase 3 Primi sintomi psico somatici
Fase 4 Errori ed abusi dell’Amministrazione del Personale
Fase 5 Serio aggravamento della salute psico-fisica della vittima
Fase 6 Esclusione dal mondo del lavoro
INTENTO PERSECUTORIO
“Perché si possa parlare di mobbing, ci deve essere da parte dell’aggressore un chiaro scopo negativo nei confronti della vittima”.
L’intento persecutorio è dato da tre fattori: lo scopo “politico”, l’obiettivo conflittuale e la carica emotiva.
Conseguenze del mobbing sulla salute del mobbizzato
Alterazioni dell’equilibrio socio-emotivo: ansia, depressione, stato di preallarme, ossessioni, attacchi di panico, isolamento, anestesia reattiva, depersonalizzazione, alterazioni dell’equilibrio psico-fisiologico, cefalea, vertigini, tachicardia, disturbi gastrointestinali, senso di oppressione toracica, manifestazioni dermatologiche, disturbi del sonno, disturbi della sessualità.
Disturbi del comportamento: disturbi alimentari, totale passività, reazioni auto-aggressive o etero-aggressive, abuso di alcool, di fumo, di farmaci.
Se lo stimolo avverso è duraturo, oltre al possibile concorso nello sviluppo di patologia d’organo, i sintomi descritti possono organizzarsi nei due quadri sindromici principali che rappresentano le risposte psichiatriche a condizionamenti o situazioni esogene: il disturbo dell’adattamento e il disturbo post-traumatico da stress.
Conseguenze del mobbing sulla vita sociale del mobbizzato
Numerosi sono i danni sociali che il mobbing provoca; tra gli altri:
Crollo dell’immagine sociale perdita di colleghi, di collaboratori o di amici che non sopportano più l’ umore depressivo;
La vita di relazione subisce una progressiva involuzione e si concreta in una caduta sociale con progressiva perdita dei contatti sociali e dell’interesse per la vita di relazione;
Conflitti, litigi e separazioni in famiglia (cd. doppio mobbing);
Il tempo libero che dovrebbe essere dedicato alla vita personale, viene speso per curarsi e difendersi.
Conseguenze del mobbing nella famiglia del mobbizzato
Ci possono essere gravi conseguenze anche in famiglia. Perché la vittima porterà a casa inevitabilmente la sofferenza provata su lavoro. Ogni famiglia ha le sue strategie per far fronte a periodi di crisi, ma se la situazione si protrae nel tempo, non sempre la famiglia avrà le risorse emotive per sostenere il mobbizzato.
Nella mia esperienza clinica ci che vedo è un clima di tensione causato da questo malcontento generale, che aumenta la sofferenza di ciascun membro della famiglia stessa, andando ad aumentare così anche il senso di colpa della vittima, che potrebbe in questo modo aumentare le sue già importanti, difficoltà emotive.
Conseguenze del mobbing nell’azienda del mobbizzato
Anche in azienda c’è una ripercussione negativa:
Economica
Produttiva
Fiducia tra i dipendenti
L’azienda stessa può perdere la sua immagine, perché è inevitabile che la vittima ne parli all’esterno.
Un’attività di prevenzione importante è agita con la sicurezza sul lavoro, durante il processo di valutazione dei rischi, in cui possono emergere i campanelli d’allarme grazie alla valutazione dello stress lavoro correlato.
Come combattere il mobbing: cosa può fare la vittima
Chiedere aiuto. In qualità di psicologa procedo alle valutazioni che certifichino le condizioni psico-fisiche della persona che sta subendo mobbing. Perché come descritto prima le conseguenze del mobbing sono evidenti nello stato di salute. Raccogliere ogni prova possibile: messaggi, mail, dichiarazioni scritte. Il top sarebbe trovare un testimone, ma sappiamo quanto questo sia difficile. Sarà poi compito del legale mettere insieme tutti gli elementi.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Leymann H. Mobbing and psychological terror at workplaces. Violence and victims. 1990;
Ege H. Mobbing. Conoscerlo per vincerlo. Milano, Franco Angeli, 2001
Favretto G. Le forme del mobbing. Milano, Raffaello Cortina Editore, 2005
Einarsen S, Mikkelsen EG. Individual effects of exposure ti bullying at work. In: Einrasen S, Hoel H, Zaof D. Cooper C. Bullying and Emotional Abuse in the Workplace: International Perspective in Reaserch and Practice. London: Taylor and Francis; 2003
Ege H. La valutazione peritale del danno da mobbing. Milano, Giuffrè Editore, 2002.
Leymann H. The content and development of mobbing at work. Eur J Work Organ
Psychol 1996;5:165-184
Zapf D, Knorz C, Kulla M. On the relationship between mobbing factors, and job content,
Social work environment, and health outcomes. Eur JWork Organ Psychol 1996;5(2):215-237
Zapf D. Organizational, work group related and personal causes of mobbing/bullying at work. Int J Manpow 1999;20(1/2):57-69
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